Giustizia romana
Giustizia romana
dati tecnici
Dimensione: 500 X 502 cm
Datazione: 1939
Tecnica e materiali: scultura marmorea
collocazione
Piano III, ambulacro Corte d’appello civile.
L’altorilievo è posto a sinistra rispetto agli altri due altorilievi di artisti diversi delle stesse dimensioni, sulla parete centrale dell’ambulacro della Corte d’appello al terzo piano del Palazzo.
Descrizione e notizie storico-critiche
Traiano al centro a cavallo concede la grazia alla donna che si trova ai suoi piedi. Egli è circondato da una grande folla, nella quale sono visibili richiami e simboli fascisti. Architetture di stampo romano fanno da quinta all’opera.
Il rilievo fu commissionato da Marcello Piacentini progettista del Palazzo di Giustizia, assieme ad esso vennero realizzate un altro centinaio di opere. Lo scultore, erede di tradizione artistica da parte del padre e del nonno prima ancora, rappresenta qui una scena in linea con le sue realizzazioni legate all’arte classica, risultato di studi sulle sculture ottocentesche. La scena rappresenta l’episodio di “Traiano e la vedova” menzionato da Dante nel X canto del purgatorio. Al centro della composizione vediamo Traiano a cavallo, il fulcro della scena è rappresentato proprio dalla sua figura e da quella della donna ai suoi piedi che chiede giustizia. Circondato da una grande folla e dai soldati che lo acclamano portando gli stendardi. Sullo sfondo delle architetture colonnate che richiamo costruzioni romane. Durantegli anni Trenta, ed in particolar modo in seguito all’invasione dell’Etiopia da parte dell’Italia e della Dichiarazione dell’Impero da parte di Mussolini nel 1936, svariati sono i richiami all’Impero Romano ed ai suoi simboli, qui in particolar modo si cerca un’associazione tra il diritto romano e quello dell’Italia di quegli anni. Tra i volti della folla che partecipa al trionfo dell’imperatore si possono riconoscere le fisionomie di altri personaggi realizzati in altre opere da Romanelli. Nella foto in bianco e nero tratta dalla rivista Architettura: rivista del sindacato nazionale fascista del gennaio-febbraio 1942, si può notare la scritta “Giustizia romana” ora non più presente. L’altorilievo fa parte di un trittico posto nell’ambulacro della Corte d’appello, quello Romanelli è posto a sinistra dei due, le iscrizioni, inizialmente presenti su tutte e tre le opere non sono più presenti in nessuna delle tre.