La Giustizia fiancheggiata dalla legge
La Giustizia fiancheggiata dalla legge
dati tecnici
Dimensione: 355 X 570 cm
Datazione: 1939
Tecnica e materiali: mosaico
collocazione
Piano I, aula prima della Corte d’Assise d’Appello.
L’opera musiva si colloca sul fondale dell’aula prima della Corte d’Assise d’Appello tra energiche pareti rivestite di onice di S.Quirico d’Orcia.
Descrizione e notizie storico-critiche
L’opera, anche documentata come “La Giustizia armata con la Legge” è posta sul fondale dell’aula della Corte d’Assise d’Appello si inserisce in un progetto più ampio di oltre cento opere commissionate da Piacentini e nate assieme al Palazzo di Giustizia. L’artista raffigura al centro la Giustizia vestita in una classica veste di colore bianco, con una mano impugna la spada mentre poco sopra di lei troneggia la bilancia suo attributo. Alla sua destra una figura reca il libro della “Lex”. Alle due figure centrali si affiancano a sinistra una virile e muscolosa figura maschile rappresentante la Forza che regge un fascio littorio, all’estrema destra invece una figura femminile rappresenta la Verità, a lei si affianca una didascalica iscrizione “Veritas”. Accompagnano le monumentali e robuste figure alcuni simboli romani adottati dal regime fascista: l’aquila, il fascio littorio, il gladio retto dalla Giustizia e un’insegna militare romana. Negli anni successivi al termine delle Seconda guerra mondiale la scritta “Dux”, chiaro riferimento alla persona di Mussolini, e il fascio littorio vennero coperti, una fonte bibliografica del 1999 le riporta ancora coperte mentre oggi l’opera si mostra in ogni sua parte. Quando siano avvenute di preciso la copertura ed il restauro che ha portato alla luce i due simboli non è chiaro, ma queste operazioni hanno compromesso alcune tessere, in particolar modo quelle del fascio littorio. Dell’opera dai colori della terra che ben si sposano con quelli dell’onice che riveste le pareti dell’aula, esiste uno studio preparatorio conservato al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis” di Ferrara.