Il dipinto appartiene alla decorazione del Palazzo realizzata da diversi artisti individuati da Piacentini tra il 1937 e il 1939. L’opera è firmata e “risulta già terminata il 19 luglio 1939” (Ginex 1966).Si tratta delle “ultime prove di Carrà sul tema della pittura murale …le uniche ad essersi salvate” (Ginex, 1996). La Ginex (1996) riferisce inoltre come Carrà, insieme a Ferrazzi, siano gli unici autori ad avere avuto due aule a loro disposizione. Le sue opere furono ritenute sconvenienti dal presidente del Tribunale per la presenza di figure nude. La Ginex (1996) sottolinea i forti riferimenti ai grandi maestri del Rinascimento, in particolare a Beato Angelico.